22 giugno, piazza di Galliate. Una bella domenica di sole.
Stendiamo il nostro tatami tra il castello e il palazzo del municipio.
C’è molta gente a guardarci, anche perchè hanno posizionato un maxischermo, vicino per vedere la partita della Nazionale italiana di calcio. Non possiamo farci sfuggire l’occasione. La musica che accompagna la dimostrazione di spinning, proprio a fianco a noi, è molto alta e ci disturba un poco.
Non importa, siamo concentrati e ben preparati.
Partiamo con i fondamentali e poi eseguiamo, tra gli altri, il kata Chinte, uno dei più antichi. Significa “mano invincibile”, ed è riferito a un metodo di attacco ai punti vitali del corpo legato ai cicli giornalieri e alla circolazione dell’energia. Il Bunkai (l’applicazione pratica) ne mostra l’efficacia.
Loesegue il Maestro stesso. Anche chi ha appena iniziato a praticare ha già compreso che il karate è ben altro che una semplice uso della forza. Facciamo anche una breve dimostrazione con il bastone lungo, in giapponese chiamato “bo” o “kun”.
Lo spettacolo non manca.
Con il Tameshiwari finale – la dimostrazione di rottura delle tavole di legno – volano pezzi di tavolette spezzati dai colpi (e che colpi) assestati dal nostro Maestro, per la soddisfazione del pubblico e dei suoi principali tifosi, i suoi piccoli allievi.
Alla fine, tutti ai propri posti, è il momento di congedarci, con il rituale saluto: Rei.