Cronaca di un 2 giugno

11 luglio 2006

SHOMEI NI REI!

Si parte così. È il rito del saluto che apre ogni allenamento; gli atleti, in fila dietro al maestro, s’inchinano al pubblico. Un modo per ringraziare della partecipazione e per invitare alla concentrazione necessaria. Poi il maestro si gira verso gli atleti: “SENSEINI REI”, e l’inchino avviene tra maestro e allievi. Il pubblico applaude, e il pomeriggio marziale prende il via. Kihon ippon kumite. In pedana Fabrizio, il maestro, e Alessandro, l’atleta più anziano. Distanza ravvicinata. L’esercizio è tra i più impegnativi: uno attacca (pugni, calci, combinazioni), l’altro difende e contrattacca. Doti necessarie: velocità, potenza, immediatezza di azione e reazione, e allo stesso tempo controllo dei propri movimenti.

Kihon: tecniche fondamentali. Ogni sport ha i suoi “fondamentali”, le tecniche basilari che poi entreranno, più o meno adattate alla situazione, nello scambio agonistico. Nel quadrato verde entra prima la squadra degli atleti più giovani, che eseguono pugni, calci, difese e contrattacchi. Seguono gli adulti, con combinazioni più elaborate. Infine l’esercizio “Shiho tsuki”, ossia quattro pugni eseguiti alla massima rapidità verso avversari posizionati davanti, dietro, destra e sinistra.

Kata:Shiho Kosokun. Solo, al centro della pedana, Vittorio esegue il kata Kosokkun, una forma antichissima della tradizione giapponese. Il kata rappresenta un combattimento contro diversi avversari: è la forma più antica della pratica marziale. Se i fondamentali servono a conoscere l’arte marziale, e il combattimento stimola la parte più dinamica e sportiva, il kata rappresenta la storia, la tradizione, il lato più profondo delle arti marziali, i suoi valori spirituali: prontezza, coraggio, agilità mentale prima che fisica, capacità di concentrarsi e di interpretare le varie situazioni.
Kata ragazzi: ancora kata, e di nuovo i ragazzi: un Heian Shodan, il primo dei kata di studio, per l’intera squadra; poi un Shinsei Nidan, kata di livello medio per le cinture colorate; e un Matsumura Roai, kata livello avanzato, per le due cinture marroni Veronica ed Erika. Oltre alla precisione della forma, nei ragazzi il kata è particolarmente utile perché stimola l’immaginazione visiva, favorisce la fantasia recitativa e la capacità di espressione, oltre all’equilibrio e al senso dell’orientamento.
Divertente e creativo, sviluppa forza, stile, armonia e senso del ritmo. Aiuta anche le capacità di concentrazione, con notevoli benefici nello studio e nel rendimento scolastico.

Difesa personale: attraverso un allenamento specifico e costante sul piano fisico e mentale,ogni praticante di karate può raggiungere tre obiettivi: previsione del pericolo, capacità di sottrarsi alle aggressioni evitando il pericolo, capacità di difendersi in ogni situazione. Lo dimostrano Vittorio e Fabio, con una complessa sequenza di tecniche di autodifesa.

Kumite: il combattimento, l’espressione più dinamica dell’arte marziale. Aprono la serie gli atleti adulti, disposti in cerchio: a turno, uno sta al centro e si misura con tutti i compagni; scambi brevi e veloci, a sviluppare tenuta fisica, fiato, fluidità dei movimenti, capacità di reazione e ritmo. Poi Lorenzo e Fabio e Alessandra. Il karate è un’arte marziale che si esegue a mani nude: la parola kara, infatti, significa “vuota” e te significa “mano”. A livelli avanzati di esperienza, però, l’allenamento comprende la difesa da avversari dotati di strumenti di attacco: un bastone, per esempio. Le doti richie ste sono tempismo, strategia e tattica, e prima ancora equilibrio psico-fisico, capacità di sentire e di evitare il pericolo. Se il bastone aumenta la pericolosità dei colpi, l’allenamento procura serenità e controllo dello spirito.

Il gigante e la bambina: il karate è anche divertimento, specie per i più piccoli. Ecco allora la cintura nera Vittorio, e di fronte Elisa, piccola ma agile e tecnicamente preparata. Vittorio tenta diversi attacchi, sgambetti, prese di immobilizzazione: Elisa schiva, salta, si svincola, passa sotto le gambe, si lascia cadere e proietta l’avversario a terra, per poi saltargli sopra la pancia in segno di vittoria. Tutto il pubblico è con Elisa!

Kihon gohon kumite: ancora uno scambio di combattimento di livello base. Difesa da cinque attacchi portati in sequenza, con contrattacco finale. Lo interpretano le cinture gialle Federico e Raul, che poi eseguono il kata Heian Nidan in coppia.

Kumibo: combattimento con bastone lungo. Alessandro e Vittorio. Da semplice attrezzo dei contadini, come anche il famoso nunchaku di Bruce Lee, il bastone lungo (BO) è un’arma tradizionale del karate di Okinawa. La pratica del combattimento con il bastone richiede velocità, concentrazione, controllo delle distanze, determinazione.

Kata di bastone: il maestro Fabrizio Maurizio e il gruppo delle cinture nere eseguono un kata di bastone. L’esecuzione in gruppo, oltre che sulla precisione delle tecniche, impegna gli atleti nel sincronismo e nell’armonia del gruppo stesso. L’esibizione del Karate Club Galliate si conclude con la consegna dei riconoscimenti agli atleti che hanno superato gli esami di passaggio di grado. La chiamata ufficiale del maestro, la sua stretta di mano, la consegna della nuova cintura e del diploma sono per tutti gli atleti la celebrazione di un anno di impegno.

Comments are closed.